Le scrittrici che hanno fatto sognare la letteratura inglese
«Quando leggo di una strega gettata nel fiume, di una donna posseduta dai diavoli, di una levatrice esperta di erbe, o perfino dell’esistenza della madre di qualche uomo notevole, penso che siamo sulle tracce di un romanziere perduto, di un poeta costretto al silenzio, di qualche muta e ingloriosa Jane Austen, di qualche Emily Bronte che si sarà fracassata il cervello fra le brughiere, oppure avrà vagato gemendo per le strade, resa pazza dalla tortura inflittale dal proprio talento. Infatti sarei capace di scommettere che Anonimo, il quale scrisse tante poesie senza firmarle, spesso era una donna.»
Con queste parole Virginia Woolf descriveva perfettamente la difficoltà di affermazione del genio femminile. Una difficoltà che ha attraversato i secoli, ma che ha dovuto fare i conti con il dirompente genio delle donne. Un estro spesso recluso nell’ambiente domestico, che ha lottato per emergere, spesso attraverso uno pseudonimo maschile, solo per ottenere “una possibilità” di essere ascoltato.
E già il titolo del saggio di Woolf, “Una stanza tutta per sé”, allude non solo a quel posto nel mondo che poche donne sono riuscite a conquistare in passato, ma rievoca anche la storia di una di quelle donne, nonché una delle scrittrici inglesi più amate di sempre: Jane Austen.
Da Jane Austen a Mary Shelley
Ironica, irriverente, assolutamente inimitabile Jane: nessuno che abbia letto Orgoglio e Pregiudizio può dimenticare la verve della sua Elizabeth in un’epoca in cui l’apparenza era davvero il pane quotidiano. Jane, priva appunto di uno studio (perché mai una donna ne avrebbe avuto bisogno?), scriveva in soggiorno celando i propri manoscritti. Ma questa mancata stanza, da un certo punto di vista, fu la sua forza e le permise di osservare tutti i caratteri che attraversavano l’ambiente, per poi ridipingerli e anche parodiarli nei suoi romanzi.
L’altra scrittrice menzionata da Virginia Woolf è Emily Bronte, autrice di Cime Tempestose e sorella di Charlotte, autrice a sua volta di Jane Eyre. Le sorelle Bronte hanno sfornato due capolavori senza tempo della letteratura inglese, che danno parecchio risalto alla figura femminile: in antitesi con la donna vittoriana, le eroine letterarie dell’Ottocento inglese sono appassionate e coraggiose. Questi romanzi danno voce all’universo femminile, che nella realtà veniva relegato in casa a ricamare solo per compiacere un ipotetico marito.
Di tutto altro avviso Mary Shelley, la mamma di Frankenstein. Una donna con una vita travagliata, piena di passioni e dolori, che aveva dentro un bel mostro da tirare fuori, quello della solitudine. Nella sua dotta fantasia, tale creatura prende vita nel laboratorio di un medico portando nel mondo la sua rabbia, metafora dell’essere umano e di tutti i suoi dissidi interiori.
Donne del Novecento
Ma queste, ovviamente, sono solo le protagoniste dell’Ottocento: un secolo prolifero per la penna femminile in Inghilterra. A cavallo tra i due secoli arriverà al galoppo anche Agatha Christie, la “signora in giallo” autrice del celebre Assassinio sull’Orient Express e di tanti altri libri amatissimi in tutto il mondo, oltre alla già menzionata Virginia Woolf.
Cosa dire dei giorni nostri? Un nome tra tutti è quello della scrittrice che ha incantato tutti col suo maghetto: ovviamente stiamo parlando J.K. Rowling, la mamma di Harry Potter!