Animali fantastici e dove trovarli: storia del coniglietto pasquale
“Il coniglio, che non sta mai fermo (ne sa qualcosa Roger Rabbit) potrebbe essere un motore di cambiamento: in fondo l’Alice di Lewis Carroll scopre il paese delle meraviglie inseguendo un coniglio bianco”
(Carlo Grande)
La Pasqua, come il Natale, è una festa legata alla tradizione cristiana ma per tutti i bambini (e a volte anche per i più grandi) è più un’occasione per scambiarsi i regali e mangiare cose buone. Se in Italia l’uovo di cioccolato la fa da padrone nei sogni di tutti i piccini, nell’universo anglosassone il protagonista della festività è il coniglio pasquale. Perfetto da sgranocchiare a partire dalle sue orecchiette lunghe, il dolce coniglietto ha un’origine piuttosto misteriosa e totalmente svincolata dalla celebrazione religiosa.
Origini mitologiche del coniglio pasquale
Secondo il monaco inglese Bede (VIII secolo) il coniglio di Pasqua sarebbe legato al mese anglosassone di Eosturmonath, da cui deriverebbe sia la parola inglese Easter che quella tedesca Ostern. La dea Eostre, simbolo della fertilità, avrebbe avuto proprio un coniglio come simbolo, data la loro nota tendenza … ad accoppiarsi spesso e generare grandi cucciolate! Un’altra fonte, invece, pone i riflettori sui poteri della dea che, per far ridere un gruppo di bambini, trasformò un uccellino in un coniglio dandogli anche la possibilità di deporre uova colorate. Persino Jacob, uno dei celebri fratelli Grimm, riconduce la tradizione dell’Easter Rabbit alla dea Eostre/Ostara nel suo dizionario mitologico. Eppure, secondo alcuni, queste storie sono solo una corruzione dei racconti folcloristici ucraini legati alla tradizione locale di decorare le uova (pysanky).
Lepri, Conigli e… Marsupiali
Storicamente parlando, il coniglietto pasquale sarebbe arrivato in America nel 1700 con gli immigrati tedeschi che portarono in Pennsylvania la tradizione della lepre che depone le uova (Osterhase/Oschter Haws). All’inizio i bambini realizzavano dei nidi in cui le creature potevano lasciare le loro uova colorate; successivamente la tradizione iniziò a coinvolgere anche la cioccolata, le caramelle e i cestini colorati al posto dei nidi.
Dall’antica lepre al nostro coniglio il passo è breve, ma cosa dire del bilby? In Australia il protagonista della Pasqua appartiene alla famiglia dei marsupiali, ma ha le orecchie molto lunghe, come i conigli.
L’immaginario pasquale, comunque, non si ferma alla famiglia dei leporidi: in Svizzera le uova colorate vengono trasportate dal cuculo, mentre in alcune parti della Germania da una volpe!
Il Coniglio e l’Uovo di Pasqua
L’Easter Bunny è senza dubbio frutto di una tradizione pagana. Eppure, lo si trova spesso nell’iconografia cristiana che vede protagonista Maria. Vi starete chiedendo cosa abbiano in comune la Vergine e i conigli. Non è un paradosso: visto che i leporidi sono così fertili, gli antichi greci e i cristiani di età medievale pensavano che potessero riprodursi senza avere rapporti… proprio come accadde a Maria secondo la tradizione. Il vero protagonista della celebrazione cristiana, però, è l’uovo che, insieme alla colomba, simboleggia la risurrezione di Gesù dal sepolcro.
L’Uovo Matrioska
Tuttavia, la tradizione dell’uovo come simbolo della vita ha origini medievali: le uova venivano bollite con delle foglie che rilasciavano il colore e poi venivano regalate alla servitù. I re trecenteschi invece, come Edoardo I, chiedevano per sé uova di Pasqua tutte d’oro. L’idea di inserirvi un regalo all’interno arrivò solo nella Russia ottocentesca grazie all’estro dell’orafo Fabergé, il quale creò, su richiesta dello zar Alessandro III, un uovo di platino smaltato di bianco con all’interno un uovo, una corona imperiale e un pulcino d’oro. Il prestigioso presente avrebbe allietato la zarina Maria Fëdorovna e avrebbe segnato per sempre l’immaginario di tutto il mondo.